giovedì 22 aprile 2010

mercoledì 21 aprile 2010

KIRSCHTORTE(dolce della forasta nera)

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

 • 4 uova
 • 175 g di zucchero semolato
 • 100 g di farina tipo 00
 • 25 g di cacao amaro in polvere                                        
 • 450 g di ciliegie fresche
 • 5 dl di panna fresca
 • 50 g di zucchero a velo
 • 1 bicchierino di kirsch
 • 50 g di cioccolato fondente in scaglie
 • 10 ciliegie sciroppate
 • burro per lo stampo
 • farina per lo stampo



PROCEDIMENTO

Riscaldate il forno a 180° C. Imburrate 2 teglie tonde a cerniera da 20 cm di diametro. Setacciate la farina ed il cacao più volte su carta oleata.
Mettete gli albumi in una piccola terrina, ben asciutta e pulita e con il frullino elettrico montateli a neve ben ferma, aggiungendo gradulamente lo zucchero, sempre sbattendo, fino a farlo incorporare perfettamente.
Ora versate i tuorli e sbattete per altri 20 secondi, quindi, trasferite in una ciotola di dimensioni maggiori. Incorporate velocemente la farina ed il cacao in 2-3 tempi. Versate il composto nelle teglie e cuocete per 15 minuti o fin quando le torte saranno elastiche al tatto.
Lasciatele nelle teglie per 5 minuti prima di rivoltarle su di una gratella per farle raffreddare. Tagliate a metà in senso orizzontale ogni torta. Spennellate la superificie di uno strato della torta con del Kirsch, poi spalmatevi la panna montata e quindi 1/3 delle ciliegie, chiudete con l'altro cerchio di torta.
Ripetete l'operazione. Con un coltello piatto coprite la torta completamente di panna montata, lasciandone una piccola quantità per la decorazione. Con un pelapatate ritagliate dei riccioli dal bordo del cioccolato, dopodiché inseriteli delicatamente tutto intorno ai lati della torta. Decorare la superficie con la panna montata rimasta dando forma di ciuffi e con le ciliegie al maraschino. Aggiungete, infine, altre scaglie di cioccolato al centro della panna e spolverizzate con lo zucchero a velo.

giovedì 15 aprile 2010

cagnolini

Il cane è un animale sociale che vive in un branco gerarchicamente organizzato: quindi, per ottenerne ubbidienza e per poterlo educare è necessario stabilire chiaramente chi comanda (il "capobranco") e farsi riconoscere come suo superiore nel branco.

Stabilito questo, il cane è, fra gli animali domestici, forse il più facile ed il più proficuo nell'addestramento ed è capace di imparare ad eseguire un gran numero di comandi.  Stanley Coren lo , che raccoglie da anni dati sui comportamenti dei cani, , afferma che la loro intelligenza è profondamente più sviluppata di quanto le persone pensino. Essi infatti, come avviene per i cuccioli d'uomo, hanno basilari capacità aritmetiche (quelli particolarmente intelligenti sono capaci di contare fino a cinque) e sono in grado di apprendere oltre 165 parole. . Egli distingue inoltre vari tipi di intelligenza:

* Intelligenza istintiva: ciò che un cane è addestrato a fare fin dalla nascita
* Intelligenza adattativa: ciò che un cane impara a fare da solo, attraverso l'esperienza
* Intelligenza funzionale (ubbidienza): ciò che l'animale può imparare attraverso l'insegnamento di comandi e ordini
* Intelligenza spaziale: si riferisce alle capacità di un cane di ritrovare ad esempio la via di casa


I metodi tradizionali di addestramento del cane si fondano principalmente sulla correzione dei comportamenti errati, fino all'ottenimento del comportamento desiderato. Questo avviene necessariamente con l'applicazione di forme di punizione di vario genere e intensità, dalla semplice sgridata ad alta voce, allo strattone applicato tramite il guinzaglio. Il progredire delle conoscenze etologiche, e la crescente sensibilità animalista, hanno fatto si che negli ultimi anni si sia diffuso, a partire dal mondo anglosassone, un nuovo tipo di educazione e addestramento, il metodo gentile, basato sul premio, o meglio sul rinforzo positivo del comportamento desiderato. Questo metodo sfrutta il principio naturale per il quale il cane, come tutti gli animali, tende a ripetere i comportamenti che gli portano un vantaggio, tralasciando i comportamenti che non ne portano.